samedi 25 novembre 2006

OTTO e MEZZO - Federico Fellini, 1963




Mi sembrava di avere le idee così chiare. Volevo fare un film onesto, senza bugie di nessun genere.
Mi pareva di avere qualcosa di così semplice, così semplice da dire. Un film che potesse essere d'aiuto un po' a tutti, che aiutasse a seppellire per sempre quello che di morto ci portiamo dentro.
E io invece sono il primo a non avere il coraggio a seppellire proprio niente.
Adesso... ho la testa piena di confusione, chissà perchè le cose sono andate così, a che punto avrò sbagliato strada... Non ho proprio niente da dire. Ma voglio dirlo lo stesso.




Mi sembrava una situazione così divertente.
Pensavo che potesse essere la parte più buffa della mia storia.
Avevo preparato anche un bel discorsetto da fare qui a capotavola. Avrei detto:
" Mie care, la felicità consiste nel poter dire la verità senza fare mai soffrire nessuno ".
Carla avrebbe suonato l'arpa come tutte le sere, saremo stati contenti nascosti qua dentro, lontani dal mondo... voi ed io...
Ma cos'è che non va? Perchè questa tristezza?





Noi intellettuali abbiamo il dovere di rimanere lucidi fini alla fine.
Ci sono già troppe cose superflue al mondo, non è il caso di aggiungere altro disordine.
Mi creda, non abbia né nostalgia né rimorsi: distruggere è meglio che creare quando non si creano le poche cose necessarie.
Ad un artista veramente degno di questo nome non bisognerebbe chiedere che quest'atto di lealtà: ducarsi al silenzio.
Se non si può avere il tutto, il nulla è la vera perfezione.
E lei vorrebbe addirittura lasciare dietro di sè un intero film, come lo sciancato si lascia dietro la sua impronta deforme?
Che mostruosa presunzione credere che gli altri si gioverebbero dello squallido catalogo dei suoi errori.
E a lei che cosa importa cucire insieme i brandelli della sua vita, i suoi vaghi ricordi o i volti delle persone che non ha saputo amare mai?




Ma che cos'è questo lampo di felicità che mi fa tremare, mi ridà forza, vita.
Vi domando scusa dolcissime creature, non avevo capito, non sapevo.
Com'è giusto accettarvi, amarvi, è così semplice.
Luisa, mi sento come liberato, tutto mi sembra più buono, tutto ha un senso, tutto è vero. Ah come vorrei sapermi spiegare, ma non so dire.
Ecco, tutto ritorna come prima, tutto è di nuovo confuso.
Ma questa confusione sono io.
Io come sono, non come vorrei essere, e non mi fa più paura .
Dire la verità, quello che non so, che cerco, che non ho ancora trovato.
Solo così mi sento vivo e posso guardare i tuoi occhi fedeli senza vergogna.
E una festa la vita. Viviamola insieme.
Non so dirti altro Luisa, né a te né agli altri.
Accettami così come sono, se puoi.
E l'unico modo per tentare di trovarci.
Non so se quello che ho detto è giusto, ma posso provare, se mi aiuti.

Aucun commentaire: